Attendere il completamento dell'operazione...
Indietro
, Vista Nord, facciata esterna del Palazzo e edificio Bookshop-bar (2002)
, Vista Nord, facciata esterna del Palazzo e edificio Bookshop-bar (2002)
 BAMS photo Rodella/ Jaca Book
, Veduta aerea
 BAMS Rodella / Jaca Book
, BAMS Rodella / Jaca Book
,
Denominazione Palazzo Te - complesso
Altre denominazioni
ComuneMantova
Località
Indirizzo Viale Te
Altri indirizzi Affaccio: secondario Indirizzo: Viale Primaticcio CAP: 46100 Collocazione: Nel centro abitato, distinguibile dal contesto
Mappa
GeoreferenziazioneEst: 1640478.36, Nord: 5000913.5, Quota s.l.m: 19 mt
CollocazioneNel centro abitato, distinguibile dal contesto
Ambito tipologicoarchitettura per la residenza, il terziario e i servizi
Definizione tipologicavilla
Ambito culturale
Notizie storichecommittenza - Intero bene
Il palazzo nasce dall'intento di Federico II Gonzaga (1500-1540), signore di Mantova, di trasformare le scuderie che la propria famiglia aveva sull' isola del Te fin dal XV secolo; racconta il Vasari che egli "avrebbe volut o, senza guastare la muraglia vecchia, accomodare un poco di luogo da pote rvi andare, e ridursi talvolta a desinare o a cena per ispasso" . La commi ssione fu data a Giulio Romano (1492/98? - 1546), allievo di Raffaello, ar rivato a Mantova nell'autunno del 1524.
, sec. XVI

completamento - palazzo: prospetti esterni est e nord
Nella camera di Ovidio si trova una veduta di Palazzo Te dipinta nel 1527 che mostra la facciata settentrionale dell'edificio, caratterizzata al cen tro dalle tre arcate della loggia, senza l'attico e priva del rivestimento a bugnato e dell'ordine architettonico. Nel prospetto verse le Peschiere, in corrispondenza delle camera di Psiche , le loggette si addossano ad una muratura con rivestimento decorato a fin te bugne e mensoloni dipinti ai lati di un architrave; basi in laterizio d i lesene sono presenti nei setti trasversali che separano le loggette. Dur ante i restauri degli anni '80 stata messa in luce sul prospetto esterno settentrionale una porzione di muro, coperta dal rivestimento a bugnato, che presenta dipinti a motivi geometrici simili a quelli delle loggette. S i tratta di decorazioni esterne precedenti all'ordine architettonico e al bugnato che confermano l'ipotesi di due fasi del cantiere giuliesco, susse guitesi in un breve arco temporale.
, sec. XVI

costruzione, decorazione - palazzo: corpo nord
In un primo momento si avvi la ridistribuzione interna degli spazi delle stalle gonzaghesche, partendo dall'ala nord e, man mano che gli ambienti e rano predisposti, prendeva inizio anche la campagna decorativa; alla fine del 1526 alcune camere erano gi utilizzabili. Nella prima fase, dunque, v ennero sistemate le stanze del lato nord, comprese tra la camera d'Ovidio e quella di Psiche, separate dalla loggia delle Muse, allora ingresso uffi ciale del palazzo.
, sec. XVI

inizio lavori - palazzo
Le prime notizie sulla fabbrica del Te sono del febbraio del 1526 e l'iniz io dei lavori risale presumibilmente agli ultimi mesi del 1525. E' importa nte sottolineare la quantit delle opere affidate da Giulio alla sua botte ga nell'esecuzione della decorazione, in molti casi inusitata anche per un cantiere di tali dimensioni. Tra i suoi collaboratori pi stretti ricordi amo Rinaldo, Benedetto Pagni da Pescia, Bozino, Fermo Ghisoni da Caravaggi o, oltre i doratori che lavorano a stretto contatto con gli artisti.
, sec. XVI

progettazione - Intero bene
Giulio Romano progetta le nuove strutture architettoniche e disegna ogni d ettaglio dell'apparato decorativo, ha inoltre il compito di organizzare e sovrintendere il lavoro di tutti coloro che operano nel cantiere, muratori , tagliapietre, falegnami, pittori, stuccatori, doratori, ma anche fornito ri di mattoni, pietre e legnami.
, sec. XVI

costruzione, decorazione - palazzo: corpi nord, est, sud
Nel 1527 doveva essere gi definito il disegno delle stanze dell'appartame nto marchionale. Sino alla met del 1527 le fonti sul cantiere del Te rigu ardano provviste di materiali per ornati, arredi e rifiniture, i riferimen ti non consentono di definire con precisione l'andamento dei lavori. Alla fine del 1527 il lavoro di pittori e stuccatori documentato nel corpo di fabbrica nord, ma anche nei corpi est e sud. Tra il 1527 e il 1528 i docu menti fanno riferimento ad un numero limitato di locali: si lavor al soff itto della sala dei Cavalli, fu conclusa la decorazione ad olio della came ra di Psiche, si decorarono la camera dei Venti e delle Aquile nell'ala es t e la camera dei Candelabri e delle Vittorie nel corpo sud. Inoltre si pr ocedette alla sistemazione del mezzanino sopra la camera dei Venti, destin ato al Guardaroba di Federico II, e dei locali al primo piano dell'ala set tentrionale, sopra l'appartamento delle Metamorfosi. Questa prima fase si concluse circa nel 1528.
, sec. XVI

inizio lavori - giardino e padiglioni
Nel 1528 il cantiere si estese al di l delle peschiere e si iniziarono a costruire i padiglioni perimetrali del vasto giardino dietro il palazzo. I l progetto di Giulio Romano prevedeva un giardino di pianta quadrata, di d imensioni e forma equivalenti a quelle del palazzo, delimitato dalle pesch iere, da fabbricati, da logette e da muri di cinta. Nel disegno giuliesco il lato orientale doveva essere delimitato da due appartamenti, quello a n ord signorile e l'altro a sud per il giardiniere. Attualmente l'unico corp o di fabbrica che rispecchia compiutamente l'idea originale l'Appartamen to del giardino segreto nell'angolo nord est, modificato nella parte della grotta ma che conserva ancora l'impianto e la decorazione cinquecentesca. Ormai scomparsi sono i due giardini segreti sul lato nord; data la compos izione simmetrica del giardino, ideata da Giulio Romano, possibile che a naloghi giardini fossero concepiti anche per il lato sud.
, sec. XVI

completamento - palazzo: corpi nord, est, ovest; giardino
Nel 1530, durante il primo viaggio di Carlo V a Mantova, Federico Gonzaga, insieme a marchese del Vasto e al duca di Melfi, alloggi a palazzo Te, s egno che l'appartamento del duca doveva essere ormai utilizzabile per sogg iornarvi. A palazzo si svolse una festa in onore dell'imperatore, che visi t la sala dei Cavalli, le camere di Psiche, dei Venti e delle Aquile orma i ultimate, e la loggia di Davide non ancora terminata. La corte pranz ne l "tinello", termine che quasi sicuramente indica due ambienti tra l'atrio d'ingresso e la cucina, posta all'angolo tra i corpi ovest e sud. Nel 193 0 dovevano quindi essere pronti anche alcuni ambienti di servizio come la cucina. Anche il giardino era racchiuso dai padiglioni non ancora completa ti, ma che gi delineavano l'immagine dello spazio verde centrale. Dal 153 0 Federico Gonzaga cominci ad utilizzare il l'emblema imperiale, che divi ene termine ante quem per datare la decorazione della camera delle Imprese e della loggia delle Muse.
, sec. XVI

completamento - palazzo: corpo est
Le notizie relative al cantiere di palazzo Te si intensificano nuovamente a partire dal 1531, anche se rimangono alcune lacune riguardanti gli ornat i della camera degli Stucchi e quella degli Imperatori. Nei primi mesi del 1531 la struttura architettonica della Loggia di Davide era ormai terminata e si cominci a lavorare all'apparato decorativo. Anche in questa seconda fase l'attivit del cantiere non segue rigidamente la successione dei locali, ma i lavori vengono eseguiti spostandosi dalla loggia di Davide alla camera dei Giganti con i camerini adiacenti, ad alt ri ambienti del palazzo e del giardino.
, sec. XVI

decorazione - appartamento giardino segreto
Tra il 1531 e il 1534 sono documentati i pagamenti agli artisti che lavota rono alla decorazione dell'appartamento del giardino segreto. Nel 1531 Rin aldo e Benedetto Pagni dipingono la volta della camera grande, non pi esi stente, mentre il Recanati si occupa delle dorature.
, sec. XVI

decorazione - palazzo: loggia di david
Nei primi mesi del 1531 la struttura architettonica della Loggia di Davide era ormai terminata e si cominci a lavorare all'apparato decorativo, il cui completamente si protrasse per i tre anni seguenti.
, sec. XVI

decorazione - palazzo: camera dei giganti
La decorazione della camera dei Giganti fu eseguita da Rinaldo, uno dei pi stretti collaboratori di Giulio Romano, tra il 1532 e il 1534 nella volt a e in due pareti, mentre le ultime due pareti furono terminate nel 1535.
, sec. XVI

realizzazione rivestimento - palazzo: prospetti corte ed esterni ovest e nord
Nel biennio 1532 - 1533 fu realizzato l'ordine architettonico e il bugnato delle facciate esterne e del cortile; le metope del fregio e i dipinti ne lle specchiature dell'attico dei prospetti della corte furono iniziate nel 1533.
, sec. XVI

completamento - palazzo: corpo est
Il secondo soggiorno mantovano di Carlo V, novembre - dicembre 1532, non c ontribu ad un'accelerazione dei lavori, in quanto per offrire un'adeguata ospitalit all'imperatore, furono semplicemente tolti i ponteggi negli am bienti non ultimati, come la loggia di Davide e la camera dei Giganti, e d ipinte frettolosamente alcune scene della decorazione, in seguito rifatte con maggiore accuratezza.
, sec. XVI

decorazione - appartamento giardino segreto
Al 1534 risale l'ultimo documento su palazzo Te relativo al pagamento di G erolamo da Pontremoli, che aveva collaborato alla decorazione di varie cam ere, ma soprattutto aveva ridipinto la prospettiva nel giardino segreto. T ale testimonianza dimostra che l'apparato decorativo appena ultimato neces sitava gi di ulteriori interventi di restauro.
, sec. XVI

Costruzione - bookshop-bar (cappella e macchine idrauliche)
Il corpo di fabbrica alle estremit nord delle vasche delle peschiere si a ddossa per un breve tratto alla facciata del palazzo nascondendo le lesene angolari, ed estraneo all'originale disegno giuliesco. Il padiglione se ttentrionale a lato delle peschiere fu presumibilmente costruito all'epoca di Vincenzo I, e conteneva sia una piccola cappella sia le macchine idrau liche per i giochi d'acqua.
, sec. XVI

Rifacimento - palazzo: loggia sud
Alla fine del XVI secolo l'unico intervento architettonico nell'edificio p rincipale fu la parziale chiusura della loggia meridionale, che da vestibo lo di passaggio diventa una vera e propria sala.
, sec. XVI

committenza - giardino e padiglioni
Alla fine del XVI secolo risalgono i numerosi lavori eseguiti nel giardino . La trasformazione dello spazio verde ideato da Giulio Romano rientra nel progetto del duca Vincenzo I di arricchire i propri giardini attraverso l 'inserimento di grotte, fontane e giochi d'acqua; tale progetto fu portato avanti dal giovane duca a partire dall'inizio degli anni novanta, subito dopo avere assunto il potere nel 1587.
, sec. XVI

costruzione grotta - appartamento giardino segreto
Tra gli interventi nel giardino, fatti eseguire dal duca Vincenzo I, rient ra anche la grotta che si apre in una testata del giardino segreto, il cui portale rustico interrompe la prospettiva architettonica e non sembra con forme al disegno giuliesco. Le fonti consentono di datare la costruzione d el piccolo corpo di fabbrica tra il 1587 e il 1595, considerando come term ine post quem l'anno in cui Vincenzo Gonzaga assume il potere.
, sec. XVI

committenza - giardino
La trasformazione del giardino prosegue dopo il Sacco di Mantova del 1630 con Carlo II del ramo dei Gonzaga Nevers, che commissiona nuovi corpi di f abbrica nel giardino di palazzo Te.
, sec. XVII

Costruzione - sala polifunzionale (scuderie)
Il corpo di fabbrica all'estremit sud delle vasche delle peschiere si add ossa per un breve tratto alla facciata del palazzo nascondendo le lesene a ngolari, ed estraneo all'originale disegno giuliesco. Tale corpo di fabb rica, gemello del padiglione sul lato opposto delle peschiere, fu innalzat o probabilmente verso la met del seicento, quando furono edificate le Fru ttiere, per ospitare delle stalle di piccole dimensioni.
, sec. XVII

restauro decorazione - palazzo: camere delle imprese e del sole
A met del seicento testimoniato l'intervento di alcuni artisti nel pala zzo, impegnati presumibilmente nel restauro della decorazione della camere delle Imprese e del Sole.
, sec. XVII

Costruzione - esedra
Intorno al 1651 fu costruita l'esedra semicircolare a bugnato rustico real izzata da Nicol Sebregondi, prefetto delle fabbriche ducali.
, sec. XVII

Costruzione - fruttiere
A met del XVII secolo Nicol Sebregondi progetta anche le Fruttiere. Nel 1651 i lavori sono gi iniziati e nel 1652 si cominciano i lavori nella co pertura, un anno pi tardi le fruttiere sono quasi terminate e vengono ord inati i primi vasi di terracotta. Nel 1655 il fabbricato pronto per ospi tare centinaia di piante.
, sec. XVII

completamento decorazione - palazzo: loggia di david
Nel 1563 Carlo II decide di arricchire la loggia di David di quattordici s tatue di travertino poste nelle nicchie, secondo il progetto decorativo or iginario commissionato da Federico II Gonzaga, e di bassorilievi realizzat i da due scultori bolognesi, Francesco Agnesini e Gabriele Brunelli.
, sec. XVII

variazione d'uso, demolizione parziale - bookshop-bar, fruttiere e sala polifunzionale
Nel XVIII secolo i giochi d'acqua e le fontane del giardino sono praticame nte scomparsi, le Fruttiere e la Scuderia (attuale sala polifunzionale) so no trasformate in magazzini per gli artiglieri. Tutto lo spazio verde da nneggiato per le esercitazioni di tiro effettuate dai bombardieri.
, sec. XVII

variazione d'uso - Intero bene
Nel XVIII secolo le esigenze militari si sovrappongono alle funzioni origi narie, molti ambienti sia del palazzo sia dei padiglioni del giardino sono utilizzati come magazzini, mentre in alcuni locali vengono alloggiate fam iglie indigenti o addirittura le truppe dell'esercito, come dimostrano i n umerosi graffiti presenti nella camera dei Giganti. Per agevolare l'ingres so dei materiali all'interno del palazzo viene aperto un grande passaggio demolendo una parte della parete tra la loggia delle Muse e la sala dei Ca valli. La camera del Sole e della Luna ridotta per un certo periodo a sc uderia e poi a deposito militare. Le stanze del corpo est sono inutilizzat e e conservate con una certa cura ad eccezione della camera delle Aquile u tilizzata anch'essa come deposito; gli altri corpi sono lasciati all'incur ia degli indigenti che vi alloggiano; nel corpo meridionale la camera dei Candelabri usata come cucina, mentre tutto il corpo ovest occupato dai depositi militari.
, sec. XVII

Restauro - palazzo
Nel 1728 fu portata a termine una campagna di restauri che interess tutto il palazzo. I lavori furono finalizzati a riparare i danni provocati dall 'abbandono e dagli usi impropri dei decenni precedenti e interessarono tut te le strutture dalla copertura ai pavimenti, compresi i preziosi arredi f issi e l'apparato decorativo. Anche le vasche delle peschiere furono rese pi salubri con nuove opere di ingegneria idraulica. Durante i restauri la decorazione pittorica fu ritoccata, fino a coprire a lcune parti degli affreschi giulieschi ritenute indecorose; probabile ch e risalga a questo periodo anche il fregio con le aquile imperiali che sos tituisce i putti cinquecenteschi nella camera degli Imperatori.
, sec. XVII

inizio lavori di restauro - Intero bene
L'amministrazione austriaca promosse nel 1774 nuovi lavori di restauro aff idati a Paolo Pozzo e a partire dal 1775 palazzo Te fu inserito dal govern o austriaco tra gli edifici da valorizzare e restaurare. I lavori diretti dal Pozzo si protrassero fino alll'inizio degli anni novanta.
, sec. XVII

restauro, variazione d'uso - giardino; padiglione di servizio
A partire dal 1774 Paolo Pozzo si occup del restauro di Palazzo Te. Tra i primi interventi proposti dal Pozzo vi fu quello di trasformare il giardi no in parco pubblico; la riqualificazione del giardino comprese anche la r ealizzazione di un caff nell'antico appartamento del giardiniere tra le f ruttiere e l'esedra.
, sec. XVII

Restauro - palazzo: copertura
Nel 1777 fu predisposto da Paolo Pozzo il restauro della copertura, dove i l manto era lacunoso e molti puntelli sorreggevano le capriate appoggiando si sulle volte. Furono quindi costruiti nuovi pilastri sui muri trasversal i per appoggiarvi il sistema delle capriate e nuovi muri in prossimit del cornicione dell'ordine dorico.
, sec. XVII

Restauro - palazzo: prospetti cortile
Fu abbattuto l'attico di coronamento che nascondeva le falde del tetto e i belvederi-abbaini posti al centro dei prospetti in corrispondenza delle l ogge inferiori; in seguito a questi interventi di demolizione fu necessari o riorganizzare il sistema di smaltimento delle acque meteoriche. Nelle fa cciate del cortile furono cancellate le graduazioni cromatiche, annullate le diversit e irregolarit dei bugnati, irrigidendo e regolarizzando i co ntorni. In un perizia il Pozzo specific tra le voci di spesa il rifacimen to della zoccolatura, e sottoline successivamente la necessit di mettere in opera nuovi pluviali proprio per difendere lo zoccolo, che a met dell o stesso anno era gi in gran parte restaurato; contemporaneamente si intr apresero i lavori sui piedistalli e sulle basi delle semicolonne e sulle p orzioni del basamento sotto le finestre.
, sec. XVII

Restauro - palazzo: prospetti esterni
Fu abbattuto l'attico di coronamento dei prospetti nord ed ovest, che nasc ondeva le falde del tetto e i belvederi-abbaini posti al centro dei prospe tti in corrispondenza delle logge inferiori; in seguito a questi intervent i di demolizione fu necessario riorganizzare il sistema di smaltimento del le acque meteoriche. Nel prospetto sulle peschiere fu concluso il corpo de lla loggia di Davide con un timpano triangolare, che collega i due terrazz ini ed il risultato del tentativo del Pozzo di ridare forma alla facciat a verso le peschiere il cui disegno originale pregiudicato dalle manomis sioni subite. Il belvedere nel secondo ordine, considerato dal Pozzo un'ad dizione estranea al progetto di Giulio Romano, viene abbattuto tra il 1778 e il 1783. La mancanza delle loggette superiori compromette la conservazi one degli affreschi delle camere sottostanti, e da questo momento sono nec essari continui interventi di impermeabilizzazione dei terrazzini per evit are le infiltrazioni.
, sec. XVII

restauro apparato decorativo - palazzo: corpo est
Dal 1781 al 1783 fu affidato a Giovanni Bottani il restauro delle decorazi oni della camera di Psiche, ma soprattutto nella camera dei Giganti. Il ca ntiere fu allargato a tutte le stanze del corpo est e nel 1784, mentre anc ora si lavorava all'apparato decorativo, si decise di sostituire anche i p avimenti, compreso quello della camera dei Giganti terminato entro il 1786 . Tra il 1786 e il 1790 proseguirono i lavori di restauro nelle camere dec orate del corpo est: nella camera degli Imperatori fu pulita la volta e, t ra il 1788 e il 1789, fu sostituito il fregio con una fascia dipinta con p utti simile all'originale.
, sec. XVII

restauro apparato decorativo - appartamento giardino segreto
Tra il 1786 e il 1790 si apr il cantiere di restauro nell'Appartamento de l giardino segreto, dove gli interventi interessarono la loggia, chiusa da vetrate, la camera di Attilio Regolo e il vestibolo ottagonale.
, sec. XVII

restauro apparato decorativo - palazzo: corpi sud e nord
Nell'ultimo decennio del secolo XVIII fu deciso di proseguire il restauro anche nei corpi sud e nord per salvaguardare tutte le decorazioni original i, anche quelle gravemente danneggiate e quelle considerate di minore valo re: il progetto prevede la conservazione, previa pulitura, di tutti i lace rti di decorazione cinquecentesca.
, sec. XVII

demolizione parziale, variazione d'uso - Intero bene
Alla fine del XVIII secolo, durante l'assedio napoleonico tra il 1796 il 1 797, il palazzo subisce danni dovuti ai bombardamenti e i giardini esterni sono completamente distrutti. Il manufatto diviene nuovamente una caserma, gli alloggi delle truppe occu pano l'intero edificio ad eccezione delle camere verso le peschiere. Le fruttiere sono utilizzate come magazzino per la legna e per i cannoni.
, sec. XVII

Restauro - palazzo
Nel biennio 1805 - 1806 fu avviata una nuova campagna di restauri realizza ta da Giovanni Antonio Antolini per porre rimedio alle devastazioni causat e dai bombardamenti e dall'occupazione militare. Oltre al rifacimento dei tetti e dei pavimenti del corpo sud, il progetto prevede una decisa rimode llazione dei prospetti: il disegno giuliesco del bugnato fu ricoperto con una regolare trama di bugne equidistanti dai bordi rettilinei. La riconfig urazione eseguita nel primo Ottocento, corrispondente pi o meno alle prim e quattro file del bugnato, fino ad un'altezza di circa 3 m, modific sia il volume sia l'allineamento delle bugne.
, sec. XIX

passaggio di propriet - Intero bene
Nel 1876 Palazzo Te e i terreni circostanti furono venduti dal Demanio Naz ionale al Comune di Mantova per cinquantamila lire.
, sec. XIX

variazione d'uso, demolizione parziale - fruttiere
Le fruttiere sono utilizzate come scuderie, stalle per i buoi, porcili e d epositi. Tali funzioni comportano la suddivisione del grande ambiente in d iversi comparti con sostanziali modifiche delle finestre. Viene aperto un portone nella testata orientale per creare un collegamento diretto con il mercato del bestiame e l'ippodromo.
, sec. XIX

Restauro - Intero bene
Un ennesimo esteso intervento di restauro fu realizzato tra il 1939 e il 1 943, durante i quali furono nuovamente eseguiti lavori di una certa entit nelle facciate del Cortile d'Onore, con estesi rifacimenti di tutti gli e lementi architettonici che caratterizzano i fronti.
, sec. XX

variazione d'uso - Intero bene
Durante la seconda guerra mondiale Palazzo Te sfugge ai bombardamenti, ma molti ambienti sono nuovamente utilizzati in maniera inopportuna. Nel corp o sud del palazzo sono alloggiate alcune famiglie nei locali del primo pia no sopra le camere decorate, che vengono danneggiate da infiltrazioni d'ac qua. Data la presenza di famiglie di sfollati il monumento subisce notevol i danni; anche due locali, la camera grande e il camerino, dell'appartamen to del giardino segreto sono trasformati in abitazione e l'utilizzo di una stanza come cucina provoca l'annerimento delle pareti e delle decorazioni a stucco del soffitto. Nel corpo di fabbrica anticamente utilizzato per l e macchine idrauliche vi una famiglia che ha suddiviso con strutture in legno i locali. Il degrado delle fruttiere, ridotte a magazzino, peggiora fino al crollo di un'estesa porzione del tetto nel 1977.
, sec. XX

Restauro - Intero bene
Nel 1966 la Soprintendenza statale di Verona (poi di Brescia) d l'avvio a d una estesa campagna di restauri, che interessa sia l'interno che l'ester no del palazzo. Il progetto affidato all'arch. Sandro Angelini; obbietti vo prioritario risanamrnto dall'umidit e il corretto convogliamento del le acque meteoriche. L'intervento ha interessato prevalentemente le strutt ure e gli impianti, sono stati inoltre sostituiti alcuni infissi e molti p avimenti. Durante i restauri, nel 1968, fu messo in opera in alcuni ambienti dei cor pi ovest e nord l'impianto di riscaldamento a pannelli radianti.
, sec. XX

Preesistenze - palazzo
La struttura preesistente doveva avere un impianto quadrangolare, assimila bile ad una corte chiusa di tipo padano. Tracce di ornati decorativi del p reesistente fabbricato si trovano nel lato settentrionale, corrispondenti alla parte maggiore delle scuderie: lacerti di un fregio a girali vegetali su fondo rosso sono presenti nella camera di Ovidio, nella loggia esterna settentrionale, in due lati della sala dei Cavalli e nella camera di Psic he. Decorazioni simili si trovano anche nei sottotetti sopra la camera di Psiche e quella di Ovidio. Tali tracce consentono di ipotizzare la volumet ria del primitivo edificio settentrionale, che doveva essere largo come qu ello attuale, esteso dalla camera di Psiche a quella di Ovidio e sviluppat o su due livelli.
, sec. XV

Data di riferimento - Intero bene

, sec. XVI

Preesistenze
  • corpo nord strutture verticali camera di Ovidio
    lacerti di un fregio a girali vegetali su fondo rosso
  • corpo nord strutture verticali loggia nord
    lacerti di un fregio a girali vegetali su fondo rosso
  • corpo nord strutture verticali sala dei Cavalli
    lacerti di un fregio a girali vegetali su fondo rosso
  • corpo nord strutture verticali camera di Psiche
    lacerti di un fregio a girali vegetali su fondo rosso
  • corpo nord strutture verticali sottotetto
    lacerti di un fregio a girali vegetali su fondo rosso
  • bookshop-bar fondazioni
    tracce di muratura cinquecentesca
  • cortile sud
    tracce di fondazioni della casetta rustica adiacente alla cucina
Impianto strutturale Complesso con andamento longitudinale dato dalla sequenza cortile quadrato - loggia maggiore - peschiere - giardino. Il palazzo ha pianta centrale q uadrata con corte interna; i padiglioni del bookshop-bar (ex cappella e co rpo per macchine idrauliche), della sala polifunzionale (ex scuderie) e de lle fruttiere sono rettangolari; l'appartamento del giardino segreto e il padiglione di servizio (ex casa del giardiniere) hanno pianta irregolare. Le strutture verticali sono costituite da pareti in laterizio a corsi rego lari con alcuni elementi in calcare di Verona; vi sono anche colonne sia i n laterizio sia in pietra naturale. Le strutture orizzontali sono costitui te da solai lignei a cassettoni, ad orditura semplice o doppia, da solai p iani intonacati e da volte in muratura di diversa forma. Le coperture sono a tetto a due falde simmetriche o con teste a padiglione con capriate di diverso tipo, i manti di copertura sono in coppi di laterizio.
Autore
  • Pippi Giulio detto Giulio Romano , costruzione
  • Sebregondi Nicol , costruzione
  • Pozzo Paolo , restauro edificio
  • Antolini Giovanni Antonio , restauro edificio
Condizione giuridica
Bibliografia
  • Davari S. , Descrizione dello storico Palazzo del Te ( 1904 ) - s. l.
  • palazzo Te , Il palazzo Te ( 1957 ) - Milano
  • Nuvoloni G. , Palazzo Te a Mantova ( 1961 ) - s. l.
  • Intra G.B. , Quaderni storici mantovani ( 1974 ) - Mantova
  • Belluzzi A. , Il Palazzo dei lucidi inganni : Palazzo Te a Mantova ( 1976 ) -
  • Erbesato G.M. , Il palazzo Te di Mantova ( 1981 ) - Novara
  • Gombrich E.H. , Giulio Romano, Catalogo della mostra svoltasi a Mantova dal 1 settembre al 12 novembre 1989 ( 1989 ) - Milano
  • Suitner G./ Tellini Perina C. , Palazzo Te, Mantova ( 1990 ) - Milano
  • Valente E.D./ Francescone L./ Guiducci E. , Bollettino d'Arte ( 1994 ) - Roma
  • Belluzzi A. , Palazzo Te a Mantova ( 1998 ) - Modena
  • Mantova casi , Mantova: casi e stati di degrado su segnalazione dei cittadini ( 1997 ) - Mantova
  • centri storici , I centri storici della provincia di Mantova, il territorio ( 1975 ) - Milano
Info compilazione2002
Carlini, Federica Moioli, Rossella Vergani, Cristina
Provincia di Mantova
Funzionario responsabile Sbravati, Moira
Aggiornamenti / revisioni2006
Comin, Isabella
VAL
Compilazione
2009
Monaco Tiziana
VAL
Referente scientifico
Cassanelli Roberto
VAL
Descrizione
Per la villa del Te Giulio Romano sceglie un impianto spaziale ispirato a quello delle antiche domus romane, da cui l'architetto riprende il disegno a pianta quadrata, con gli ambienti disposti attorno a un ampio cortile q uadrato. Il cortile per privo di portici, secondo la soluzione che Bram ante aveva usato al Belvedere, e logge si aprono al centro di ogni lato de lla costruzione, a creare un diaframma leggero tra la villa e l'ambiente n aturale che la circonda; un'idea che gi era stata di Raffaello, per il pr ogetto, solo in parte realizzato, di Villa Madama a Roma dove, del resto, Giulio aveva lavorato a lungo. Sottolinea, infine, la natura suburbana del la villa la scelta di porre al pianterreno gli ambienti destinati al signo re e al piano superiore le stanze di servizio: l'opposto, esattamente, di quanto usava per i palazzi di citt. Il tema svolto da Giulio Romano al Te quello della villa rustica, assai dibattuto dagli architetti del tempo. Villa di delizie doveva essere infatti, per Federico Gonzaga, il palazzo Te, e luogo dedicato all'otium, intellettuale, secondo il programma enunci ato dall'iscrizione della Loggia delle Muse. In realt, il Te fu soprattutto villa di rappresentanza, da esibire agli o spiti illustri, come Carlo v: Giulio Romano per questo, in pochi anni, ave va costruito per il signore di Mantova un giocattolo magnifico, pieno di c apricci, di raffinatezze linguistiche e di sorprese teatrali destinate a i ncantare i visitatori. Stucchi preziosi e affreschi si susseguono fitti su lle pareti degli ambienti interni, e sulle volte a ottagoni cesellati, a b otte, a lacunari, sapientemente variati per intonazione. Alla grazia elega nte e lasciva della favola amorosa di Psiche Giulio alterna il classicismo delicato della volta della Sala del Sole, rotto per, sorprendentemente, dal superbo sfondato che ospita, al centro del soffitto, l'affresco con il Carro del Sole e della Luna: un'idea, questa, che avr grande fortuna, tr a gli artisti della maniera. Per la Camera degli Stucchi, Giulio inventa u na sobria partizione geometrica, per la volta, e un severo fregio all'anti ca modellato, a evidenza, sugli esempi celebri della colonna Traiana e del la colonna di Marco Aurelio. Nella Sala dei Venti, mascheroni modellati in stucco e medaglioni e losanghe dipinte a fresco illustrano le ermetiche a llegorie che, forse, aveva ideato per Federico Gonzaga l'astrologo napolet ano Luca Gaurico. E infine il vertice supremo del gioco teatrale di Giulio Romano, la Sala dei Giganti: il tema la favola ovidiana della terribile punizione che Giove inflisse ai Giganti, colpevoli di avere osato attacca re l'Olimpo; tutto crolla attorno alle grandi creature strane e grottesche , il loro palazzo, le loro montagne, il Pelio e l'Ossa, distrutte dai fulm ini di Giove, e massi, rocce, colonne, frammenti d'architrave le schiaccia no a terra. Gli affreschi coprono interamente le pareti e la volta, senza alcuna cesura, cos che, come dice Giorgio Vasari in un passo famoso e spe sso citato delle sue Vite. Eterogenee sono anche le fonti letterarie, dall'Asino d'oro di Apuleio all e Metamorfosi di Ovidio, dalla Hypnerotomachia Poliphili fino ai testi ast rologici di Manilio e Firmico Materno, e liberamente usate, quelle fonti, mescolando citazioni di provenienza diversa. Giulio Romano ebbe accanto a s una fitta schiera di collaboratori, per la realizzazione del programma decorativo. Giulio infatti manteneva un rigid o controllo sull'esecuzione, al modo appreso durante l'alunnato nella bott ega di Raffaello: i cartoni da lui predisposti dovevano essere rispettati rigorosamente dagli artisti, e nessuna libert era consentita. Un giocattolo magnifico anche dal punto di vista dell'architettura, il pal azzo inventato da Giulio; ; e le licenze che Giulio si concede, irridendo con grazia il rigoroso canone vitruviano, i capricci, le bizzarrie. I comm entatori cinquecenteschi, infatti, apprezzano senza riserve di sorta la vi lla costruita da Giulio.
VAL
Notizie storiche
Giulio (Romano) ottenne nel 1526 la cittadinanza mantovana, una casa in do no e la nomina a prefetto delle fabbriche gonzaghesche. ). A parte l'impeg no di sovrintendere al cantiere della villa di Marmirolo, e a parte il pro getto per la saliera, e forse qualche altro incarico per oggetti d'argente ria, non sappiamo esattamente quali furono i primi lavori di Giulio alla c orte mantovana, e anche la ricostruzione delle fasi iniziali della fabbric a del Te non del tutto sicura. Il palazzo sorse sul luogo delle vecchie scuderie dei Gonzaga, come accenn ava, nel suo racconto, Giorgio Vasari: analisi recenti hanno infatti confe rmato che una parte delle vecchie mura dell'edificio fu inglobata nella nu ova costruzione. Le prime notizie sulla fabbrica del Te sono del febbraio 1526, e l'inizio dei lavori risale, verosimilmente, agli ultimi mesi del 1 525. Giulio Romano fu certamente costretto a procedere con rapidit, per l a fretta che il marchese aveva di vedere finite alcune stanze, e che manif estava con lettere irritate, punteggiate da richieste ultimative e da ordi ni perentori. Una di queste, datata 1528, riguarda la Camera di Psiche, ch e Federico Gonzaga voleva conclusa entro l'estate di quell'anno: Giulio er a in ritardo, a suo parere, sulle scadenze previste, e il marchese minacci ava di chiamare altri artisti a compiere la decorazione (Belluzzi, 1998). Giulio Romano, quindi, dovette per necessit condurre i lavori d'architett ura in parallelo a quelli per la decorazione delle stanze, e proprio per q uesto motivo disponeva certamente di un progetto gi completo per tutto l' edificio, fin nei minimi particolari (Belluzzi, 1998). Gi nel 1526, del r esto, il marchese pensava a come ornare i nuovi appartamenti; nel mese di ottobre, una sua lettera rivela che aveva deciso di procurarsi "anticaglie belle" da destinare alle "stantie nostre che facemo fare sul Te"; e Giuli o Romano gli dona per questo motivo la sua personale collezione di scultur e antiche, provenienti in parte dalla raccolta di Giovanni Ciampolini, che l'artista aveva acquistato a Roma, nel 1520, insieme a Gian Francesco Pen ni. Nel 1530, tra il 25 marzo e il 19 aprile, sost a Mantova l'imperatore Car lo v: visita importante, per Federico Gonzaga, che ricevette in quell'occa sione il titolo di duca e che, in onore del nobile ospite, decise di organ izzare nella sua nuova villa al Te una grande festa, per il 2 aprile. La r egia, naturalmente, era affidata a Giulio Romano. Il cantiere del Te rimase aperto per dieci anni, pi o meno, e fino al 15 35 la fabbrica procedette regolarmente. Nel corso di quell'anno, o dell'an no successivo, per, accadde qualcosa che non sappiamo con certezza: Feder ico, all'improvviso, decise di ampliare la villa di Marmirolo, e di creare un nuovo appartamento personale al castello (Belluzzi, 1998). I lavori al Te si interruppero. Per qualche motivo la fabbrica del Te aveva perso int eresse, agli occhi del signore di Mantova, che, del resto, nei pochi anni che gli restavano da vivere, la abit raramente.
Aggiornata al19/11/2014
Stampa (PDF) Visualizzazione estesa